TRANSUSTANZIA......... AZIONE
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di Manuela Corti


VA PENSIERO... (Torino - 1997)
a cura di Edoardo di Mauro
La transustanziazione è l’atto del convertirsi della sostanza del pane e del vino in quella del corpo e del sangue di Cristo, in virtù della Messa, restando immutate le specie della materia consacrata. La Transustanzia Azione, invece, prende le distanze dall’atto del transustanziarsi in quanto non c’è, non sussiste la trasformazione in qualcos’altro di unico e indissociabile ma, appunto, la sua dissociazione. L’azione del mangiare e del bere non diviene tutt’ uno ma resta separata davanti all’icona (resa mistica) del cesto del Caravaggio. C’è l’idea mitica, miticizzata, del capolavoro eterno. Esso è lì: durevole. Non ha inizio né fine perché l’idea dell’inizio, cioè dell’azione che l’ha compiuto, s’è persa nel risultato finale. In pratica è come se il cesto fosse sempre stato; esso è l’accadimento dell’opera, la natura resa dall’occhio (e all’occhio) come tale. Il cesto assume, così, una connotazione che va al di sopra della linearità (del punto di fuga) e della mimesi. Diviene simulacro indecifrabile, leggenda, quasi miracolo. Da questa icona nascono l’idea del rito mistico e della consumazione del rito. L’uomo occidentale ha perso la sua capacità di confrontarsi con la natura, di tornare in se stesso: il rito è una porta di confine che si varca solo, a ritroso, cancellando l’occidentalità Ma il rito, la cerimonia, sono scientificamente validi se li si considera come una procedura tautologica. Ogni gesto si può ripetere all’infinito come l’esperimento scientifico. Ma il gesto racchiude in sé un valore fisico non misurabile, che a sua volta ne richiama un altro fortemente metafisico. Tutto si polverizza per poi tornare, in misura accelerata, alla ricerca dell’Essere. Questa Transustanzia Azione è la frammentazione del rito, la perdita dell’uniuvoco. E’ il rifiuto del sapere accettato, dell’occidentalità. E’ una spia che non accetta l’idea neo-manicheista del “non essente” come fosse la spaziatura tra due lettere in uno sfondo bianco. (m.c.)






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