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CAPITOLO SECONDO

Non si può negare che una volta, il Capo, sia stato un uomo mite. Una volta, il Capo, era un ragazzo con la testa sulle spalle. Andava al cinema tutte le domeniche. Studiava con profitto (una scuola per tornitori e gasisti, che nel lavoro di scasso gli è tornata molto utile). Si dice che rispettasse tutte le ragazze. Le rispettava amorosamente. Tutte quante. Anche le più troie. Difatti, a quel tempo, nessuno lo chiamava “Capo”. A quel tempo, il Capo, leggeva poesie d’amore. Leggeva Byron. E rabbrividiva ai versi di Lorca. La notte, poi, guardava le stelle e sognava chissà cosa. Ma la sognava sempre con rispetto. Come sia mutato, nessuno può dirlo. Se qualcuno può dirlo, noi non lo conosciamo.


manuela.corti@passiopea.net













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