CAPITOLO VIII
Il colpo di rivoltella, che in un momento di generale silenzio era stato udito oltre la casa del ristoro, e che era subito rimbalzato sulle cronache dei giornali, era la prova evidente di una volontà sterminatrice oltre ogni dire. Il Capo, avendo compreso che quel proiettile era destinato a lui, appoggiò la birra del teutone tra le mani del teutone più prossimo al teutone scomparso. Si guardò intorno con circospezione (cos’altro avrebbe potuto fare? Era un Capo, non un gregario. Già un uomo qualunque si sarebbe guardato attorno con circospezione. Lui, si guardò intorno con solenne circospezione). Il Capo ebbe l’impressione che nessuna storia, per quanto stravagante, potesse rassomigliare a quella. E fece una graduatoria dell’incredibile e del vero. Di quanto avrebbe potuto raccontare, se solo fosse stato in grado di raccontare. Di quanto la gente avrebbe potuto cogliere. Di che gente, poi, avrebbe dovuto trattarsi. E quando tutto gli fu chiaro, decise che era meglio fregarsene. La gente, del resto, avrebbe fatto altrettanto.




© Manuela Corti 1998















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