NON CAPITOLO V
Proclama del Pontefice Rosso di Climax alla Nazione
Il Proclama, con firma autografa, è in vendita nelle librerie protette dell’impero: da quella tardo pagana della vergine Messalina a quella più recente del Dio parco (dove, tra l’altro, si possono trovare giochi di società e la sceneggiatura completa dei serials televisivi più seguiti).

Compagni e compagne, campagne, niente come la miseria, più della miseria, mi dà orrore. Perché quando penso alla miseria, vedo la miseria, io noto (cioè lo sguardo mi cade su) un cumulo di bambini, tutti magri, tutti in fila, con le mosche agli occhi (poveri bambini) che fingono di piangere (per via del liquido che non scende) e guardano le madri. Madri con seni raggrinziti (che mi vergognerei di mostrare al dottore) i quali cercano di spremere torcendoli come stracci. La miseria è disagevole, compagni, ammettiamolo senza rimorsi. E se non fosse necessaria io stesso pregherei di debellarla...

(Inutile aggiungere che nell’attacco contro la miseria al Pontefice scendevano lacrime d’impotenza. Sfilate di poveri in moviola cadevano stecchiti davanti all’obiettivo - infastidendo le mosche e costringendo l’operatore ad acrobazie focali. I fotogrammi erano in bianco e nero. La loro sequenza passava dal grigiore dell’ambiente al bianco delle ossa, al nero delle bocche spalancate e concave. I più piccoli s’incuriosivano di tutto. Le madri ruminavano fieno di stagione e lo sputavano in quelle gole come poltiglia filante. Dopo il pianto, lunghi sospiri di pancia).




© Manuela Corti 1998
















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