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Edizioni dell’Ortica Communication -Bologna Italy


Le Edizioni dell’Ortica Communication di Bologna, all’undicesimo Salone del libro

- Svoltosi a Torino da Giovedì 21 a Lunedì 25 Maggio 1998 presso Lingotto Fiere, in via Nizza 280 -

Hanno presentano presso il loro stand, per tutta la durata della manifestazione, un unico volume:

Antropoeccentrico

di Gianni Actis Barone

con la presentazione di Tommaso Ottonieri
e
Roberto Roversi


I privati, biblioteche e istituzioni possono richiedere il volume direttamente via e-mail:

Edizioni dell'Ortica Communication -ortica@passiopea.net

riceveranno il volume contrassegno al prezzo di L. 20.000 - Senza aggiunta di spese postali

Il volume uscito in libreria a Marzo di quest’anno è stato presentato alla libreria Feltrinelli di Bologna e Internazionale il Manifesto di Roma oltre che al Caffè letterario Le Giubbe Rosse di Firenze da: Paolo Fabbri, Adriano Vignali, Paola Sega Serra Zanetti, Franco Federici, Francesco Galluzzi, Massimo Mori, Tommaso Ottonieri, Maria Grazia Tolomeo Speranza.
Tra le iniziative presenti alla Fiera del Libro presso lo spazio autori si è svolto un reading dell'autore seguito da una presentazione di Giorgio Celli

Presso lo stand Edizioni dell’Ortica Communication in contemporanea con il volume é stato presentato il progetto

Passages

http://www.passiopea.net

un lavoro coordinato da Manuela Corti e realizzato dalla curatrice assieme ad altri di 22 artisti da tutto il mondo su brani estratti dal libro Antropoeccentrico, work in progess in internet dal 17 Novembre 1997.
L’opera, oltre che in rete, è attualmente visibile nella sezione "ARTE WEB" della mostra "La coscienza luccicante " - dal 16 Settembre al 30 Ottobre presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Tra gli altri è presente un link a Passages sul sito di Mediamente dove il progetto è stato segnalato e presentato da Franco Berardi (Bifo) nella trasmissione televisiva di Mediamente il 1° Aprile di quest’anno.
Sulla rivista Flash Art n°31 estate 1998 è apparso un articolo di Gianni Romano sull'artista Manuela Corti e il suo progetto Passages





Gianni Actis Barone nato a Bologna nel 1960. Vive e lavora a Bologna e Parigi. Si laurea in Economia e Commercio e successivamente in Medicina e Chirurgia. Diplomato all’Accademia di Arte Drammatica dell'Antoniano di Bologna frequenta a Milano la compagnia del Piccolo e scrive brevi pièces teatrali. Ha vissuto molti anni all’estero (Africa, Brasile, Europa) dedicandosi alle sue diverse professioni senza trascurare sia l’attività teatrale che quella poetico - letteraria. Ha collaborato alla rivista: La Corte di Mantova. I suoi elaborati letterari sono apparsi in riviste, quotidiani, raccolte antologiche e edizioni monografiche. Si ricordano il radiodramma "Omicidi dimostrativi" e "La pancia" (premio Orione di Rai 3, ‘90), i racconti "Bonburla" e ”L’effetto Bomba”. Il romanzo "Caneacaso" (Thema editore Bo-To ‘89) e il dramma in due atti “La cagna di Noc.

L’ultimo romanzo in prosa sperimentale: "Antropoeccentrico" (edizioni dell’Ortica, Bologna 1998) di cui Roberto Roversi scrive: “In questo romanzo/racconto nero/filosofico, tutto il tessuto narrativo tende, a mio parere, a lacerarsi, sciogliersi, sgommarsi e tuttavia la sostanza riflessiva distende al fondo un supporto filamentoso bene articolato che consente il moto ma non concede, non ammette l’interna, definitiva lacerazione. Questo movimento ondivago, da nave irretita in un mare in tempesta, può capitare che produca all’inizio un sentimento di spaesamento, immersi come si è - come ci si sente - fra tensioni così contrapposte. Ma procedendo, l’articolazione sempre più compatta - ripeto - e anche l’adattamento del lettore a questo, solo apparente, spaesamento, consentono di collocarci nella giusta linea di intendimento e di appagamento, anche. Perché è certo che il testo non delude; non ci disarma affatto...” e Tommaso Ottonieri: “Il (non)centro dislocante di quest'orbita, l'ipnotico ruotare asincrono e probabilmente inverso, e così ancora, il moto meccanico stesso che si trasmette da una rotazione esterna -- e che mette in moto la macchina-del-sogno -- può essere situato dentro l’integrità sempre problematica, plurima, di un corpo, di un occhio, di una soggettività antropica e sia pure fallica (e sia pure, maschia-occidentale-bianca...) o addirittura autoriale (perché fallica, puntata-vettoriale, è sempre la parola di un soggetto-autore quando non sia pronta a eradersi, quando non riesca a eradersi)... di una città i suoi flussi e deflussi le deurbanizzazioni le desertificazioni -- una città come soggetto o come corpo. -- Di sicuro, di una scrittura; di un testo. -- Eccentrico soprattutto è il Testo (qualsiasi aggregazione, voglio dire, autenticamente testuale): campo in cui l'enunciazione stessa spalanca le sue falle necessarie -- falle di un dire che contenga almeno due centri, perseguendo contemporaneamente la fuga (da sé, probabilmente) e la collisione (coi fuochi innumerevoli delle proprie ossessioni)...”, è l’oggetto letterario del progetto internet “Passages”, ideato da Manuela Corti e realizzato con la collaborazione di 22 artisti da tutto il mondo che dal Novembre 1997 ha realizzato un sito web contenente 92 pagine di grafica multimediale e ipertesti su brani tratti dal libro. Manuela Corti dice: “...L’idea nasce da alcuni brani tratti dal romanzo Antropoeccentrico scritto in lingua italiana che gli artisti interpretano graficamente e ritraducono nella loro madre lingua. Per essere esatti i brani vengono presi non casualmente da ciascuno dei capitoli, sottocapitoli e non-capitoli del romanzo. E’ naturale che qui la scelta da me fatta deve essere necessariamente predeterminata ma quando prima dicevo ”non casuale” era perché ho scelto già in partenza un romanzo che desse il minor spazio all’azione e alla fisiognomica e all’interno del romanzo mi sono avvalsa di questo principio...” Anche nelle parti, infatti, dove sembra esservi azione il tratto peculiare rimanda sempre a una base psicologica che sostiene l’intero romanzo.”



mail to Gianni Actis Barone
jb.actis@passiopea.net




PASSAGES - progetto per un’immagine, proposto da Manuela Corti a un gruppo internazionale di artisti che hanno collaborato al progetto inviando i loro contributi via E-mail:

Gianni Actis Barone (Italy), Daniel Alegi (Italy), Alessandro Barile (Italy), Robin Benson (New Zealand), Silvana Boone (Brazil), Bruna Pegoraro Brylawski (North Carolina - USA), Brian Brascher (Alabama, USA), Angelo Cacciola Donati (Spain), Gennaro Cicalese (Italy), James Dawson (Canada), Fabio Doctorovich (Argentina), Aaron Donsbach (USA), Chris Engel (Scotland, UK), Elisabeth Fischer (Ungheria), Denis-Jose Françoise (London, UK), Joop Greypink (Holland), Boris Jerenec (Slovenia), Schwann (South Africa), Seppo K.Niranen (Finland), Daniele Perra (Italy), Bruce Powell (California - USA), Satoshi Sakanoshita (Japan), Eddie Tapp (Georgia- USA), Paulus Trisnadi (Indonesia), Lenara Verle (Brazil).

http://www.passiopea.net

Progetto è sul web dal 17 Novembre 1997

Ogni lunedì per 23 settimane sono state pubblicate sul web 4 diverse pagine di 4 diversi artisti che interpretano graficamente e traducono nella loro madre lingua lo stesso paragrafo di un romanzo italiano: “Antropoeccentrico” di Gianni Actis Barone - Edizioni dell’Ortica - Bologna 1998

L’idea di PASSAGES nasce dalla necessità di un lavoro di comunicazione che non abbia una griglia specificamente determinata da chi ha progettato il lavoro. Per griglia determinata intendo un percorso quasi obbligato o se vogliamo un cerchio entro il quale configurarsi. In pratica non volevo dare un’idea visiva di partenza sulla quale operare o un progetto, altrettanto visivo, al quale fosse richiesto di aggiungere qualcosa di già prefissato, pur se nella libertà di espressione grafica.
PASSAGES, in questo senso, non ha solo un duplice svolgimento ma ne ha un terzo che già modifica in partenza l’idea da cui trarre il progetto. In questo modo il progetto è “atto” solo nella parte letteraria primitiva mentre è “in azione” nel suo svolgimento.
L’idea, dunque, nasce da alcuni brani tratti da un romanzo scritto in lingua italiana. Per essere esatti i brani vengono presi non casualmente da ciascuno dei capitoli, sottocapitoli e non-capitoli del romanzo. E’ naturale che qui la scelta da me fatta deve essere necessariamente predeterminata ma quando prima dicevo ”non casuale” era perché ho scelto già in partenza un romanzo che desse il minor spazio all’azione e alla fisiognomica e all’interno del romanzo mi sono avvalsa di questo principio.
Anche nelle parti, infatti, dove sembra esservi azione il tratto peculiare rimanda sempre a una base psicologica che sostiene l’intero romanzo.
Ma ecco che da questo momento lo scritto assume una posizione non originaria perché l’intervento del traduttore (i brani vengono spediti in lingua inglese) modifica la percezione linguistica del testo a chi (gli artisti) a questo faranno riferimento. Linguaggio scritto (tradotto) che l’artista deve interpretare senza il vincolo visivo ma come l’immagine scritta e sentita si riaffaccia visivamente alla propria creazione, che, nel caso di internet e dei nuovi media è multisensoriale.
Tale seconda interpretazione (ma potremmo dire prima, restando fisso il problema della traduzione) promuove l’influenza di una lingua su un linguaggio fermo restando la stessa diversa intuizione linguistica dell’artista. Egli può rispondere con stereotipi, immagini in movimento, suoni, che fanno parte dell’altro linguaggio, quello visivo, partendo da una lingua comune cioè internazionale ma da ciascuno conosciuta più o meno e dunque sentita ove più forte ove meno.
Argomento, questo, che comporta anche l’inganno del linguaggio all’interno della lingua. Seconda operazione, correlata alla precedente, è quella della ritraduzione nella propria madre lingua dello stesso brano che appare così in tre lingue diverse. Qui, l’interpretazione, è meno arbitraria in apparenza ma risente comunque del proprio “territorio”. Il progetto PASSAGES è dunque un’operazione su vari livelli che spesso trova gli artisti indecisi sul modo di procedere. Tale indecisione è appunto lo spiazzamento che dalla lingua passa per il linguaggio per ritornare a un’altra lingua.
In questo senso il coinvolgimento non è solo estetico ma psicoestetico ed è il modo di relazionare della nuova comunicazione che viaggia ormai su onde sempre più percettive e sempre meno intelligibili.
Al fianco della pubblicazione on line ho formato un mail list di circa 1000 corrispondenti a cui ogni settimana ho inviato una breve frase del passaggio in corso ampliando in senso comunicativo l'interattività con l'utenza che ha partecipato con interventi e riflessioni via e-mail o sul GuestBook del sito
Immagino “Passages” come un’enorme environment dove sincronia e diacronia convivono e si modificano nello stessi istante in cui si presentano.
Gli input entrano come materia lavorata ma sempre sul punto critico di una trasformazione di fatto. Gli output non sono che onde che rimbalzano con la stessa predeterminazione: lasciano la loro presenza come l’abbiamo di un ricordo ma di nuovo sfuggono per altre onde portandosi via il loro modello.
Siamo insomma su quel palcoscenico che è il globo. Siamo in uno spazio dove a voce ci si intende ancora in modo confuso ma le immagini e le parole scritte fanno da contrappunto a quella voce e a quel suono.
Le diverse latitudini e longitudini non sono che punti ipotetici del palcoscenico dove anche il regista avrebbe difficoltà a riprodurre azioni nello stesso spazio o nei tempi dovuti. Ma appunto questa fitta comunicazione che si intreccia ad altre, altre ne scavalca e sovrasta a volte il palco di rappresentazione, trova il suo epilogo in un prologo che non riesce che a definirne se non i preparativi.
La comunicazione diventa l’evento ma non l’effetto. La comunicazione diventa una nuova causa e nelle opere si procede verso possibili nuovi assestamenti o progetti. Il compito della interdisciplinarità è insito nei “passaggi” e resta come momento pronto a fuggire per nuove dimostrazioni, far nuova mostra di sé come mai formato, materia originaria del nostro universo biologico.

Manuela Corti