Muhammad al Zayad risponde che lui, personalmente e collettivamente, sui cessi delle discoteche non vuole spendere parole. Neppure gli importa che i giovani (dentro e fuori) nascondano droghe nello stipetto segreto di una croce da collo (a questo proposito non perde occasione per ricordare l’alto vantaggio iconoclastico della sua religione) o in tasca, come si fa normalmente. Né che bevano per quanto ne può contenere una bottiglia (o due). In segreto, Muhammad al Zayad, esorta i giovani delle discoteche a consumare tutto quanto il mercato offre in fatto di droga e alcool. Ciò che i Fratelli musulmani non transigono è la presenza delle donne e del loro abbigliamento all’interno delle discoteche.
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