View on the Passages

di Daniele Perra

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PASSAGES
Evanescenze del contemporaneo

di Daniele Perra

L'ingresso dell'elaboratore elettronico in ambito artistico, quale mezzo di visualizzazione e creazione di universi inesplorati, strumento "ideale" nella messa a punto di "ambienti" artificiali, non più meramente osservabili, ma percorribili, ha segnato l'inizio di una nuova Era. La possibilità di poter collegare più computer distanti tra di loro e connetterli attraverso nodi reticolari, ha fornito all'artista nuove potenzialità creative, trasformando la rete in una sorta di Ipermedium in grado di unificare più canali di trasmissione e creare contaminazioni tra diversi livelli comunicativi. All'utilizzo di vari mezzi come la radio, il telefono, il fax, la TV, il satellite al fine di mettere in contatto e coinvolgere luoghi fisici e realtà diverse, attivando un potenziale circuito comunicativo, attraverso performance a distanza o scambi d'informazione visiva in tempo reale, si va ad integrare il World Wide Web. Esso fornisce non solo la possibilità di far transitare una grande quantità di informazioni, ma è in grado di contenerle e conservarle.
La trasmissione analogica viene sostituita da quella digitale con la possibilità di unire file sonori, iconici e testuali in un unico ambiente sintetico. Il World Wide Web diviene un vero e proprio open space, rete-trasmesso, un' arena virtuale dove numerosi utenti vengono chiamati ad interagire attivamente e a testimoniare l'origine di una nuova mappa dell'immaginario, della comunicazione, dell'arte.
L'artista non esita quindi a mettere in atto consolidate funzionalità del mezzo per indagare ed esplorare nuovi territori e modificati modelli rappresentativi . Egli privilegia e sviluppa potenzialità e aspetti diversi dello stesso canale sovrapponendo a volte vari ambiti di sviluppo, da quello linguistico-testuale, a quello iconico-rappresentativo fino a quello interattivo-ipertestuale.
I temi che emergono dalle disseminate realtà "sperimentali" nella rete sono molteplici e difficilmente si riesce a fare una ricognizione rigorosa e puntuale. Si va dalla pirateria informatica, dal sabotaggio e sequestro elettronico (etoy group e DigiCrime di Kevin McCurley) alla creazione di estese comunità virtuali (VTTV di Tommaso Tozzi), dall'indagine di nuovi spazi artificiali e mutati habitat relazionali (Inhabiting Metropolis e Passaggio a Netville di Giorgio Vaccarino) a trasformate modalità di costruzione e fruizione di un testo (Electro Magnetic Poetry di Maria Winslow, Hegirascope di Stuart Moulthrop, Beast di Jacques Servin), dalla censura in rete (Variety is... di Lisa Hutton) all'indagine sull'identità al di là del monitor (Last Entry: Bombay di Andrea Zapp e Cyberclone2000 di S. Fabião, T. Schamberger), dalla trasformabilità e mutabilità dell'immagine digitale attraverso la partecipazione di più rete-utenti ed artisti (Artifact Project di Joop Greypink e HyGrid di Ed Stastny) alla sperimentazione di nuovi modelli di visualizzazione (WebEarth di Mark Pesce). Al di là di indagini personali in più campi del sapere, volte a sottolineare i numerosi aspetti della contemporaneità, gli artisti che abitano ed orbitano nel WWW contribuiscono a creare una sorta di condivisa "Webness", ovvero la consapevolezza di utilizzare la tecnologia che dà forma ad una mutata grammatica visiva che solo nella rete trova la sua origine e il suo sviluppo. E nella rete ha avuto origine Passages, progetto d'arte on line ideato e curato da Manuela Corti.

Generazione "Passages"

Passages nasce dall'unione di vari elementi, individui diversi e numerosi strumenti operativi. Gli artisti grazie alle potenzialità del mezzo hanno interpretato e rappresentato i frammenti testuali sperimentando vari linguaggi. Alcuni hanno realizzato immagini fisse, morphing, animazioni, filmati, suoni, rumori, altri hanno indagato le potenzialità del linguaggio html, altri ancora hanno creato interventi che necessitano la diretta partecipazione del fruitore che diviene parte integrante dell'opera e sviluppato percorsi visivi di natura ipertestuale.
La maggior parte degli artisti ha comunque utilizzato più linguaggi, allargando di volta in volta il proprio campo d'intervento.

Interattività Animazione Suono Movie Immagine non animata Hypertesto HTML QTVR
Manuela Corti Boris Jerenec Joop Greypink Eddie Tapp Robin Benson Manuela Corti Alessandro Barile Manuela Corti
Joop Greypink Manuela Corti Chris Engel Joop Greypink Denis José François Fabio Doctorovich Manuela Corti Lenara Verle
Boris Jerenec Elisabeth Fischer Manuela Corti Boris Jerenec Satoshi Sakanoshita Bruce Powell Angelo Cacciola Donati r12c8
Paulus Trisnadi Denis José François Eddie Tapp Manuela Corti Chris Engel r12c8 Brian Brascher r12c8
Lenara Verle Alessandro Barile Bruce Powell r12c8 Silvana Boone r12c8 Silvana Boone r12c8
Seppo K. Niranen Schwann r12c8 r12c8 Lenara Verle r12c8 Elisabeth Fischer r12c8
Brian Brascher Seppo K. Niranen r12c8 r12c8 Schwann r12c8 Daniel Alegi
Aaron Donsbach
r12c8
r12c8 Bruce Powel r12c8 r12c8 Manuela Corti r12c8 r12c8 r12c8
r12c8 Brian Brascher r12c8 r12c8 r12c8 r12c8 r12c8 r12c8
r12c8 Gennaro Cicalese r12c8 r12c8 r12c8 r12c8 r12c8 r12c8
r12c8 Daniel Alegi
Aaron Donsbach
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Il sito diventa quindi un luogo dove, grazie alla diversa provenienza (geografica) degli artisti, si formano delle naturali contaminazioni di lingue, culture, esperienze di vita, simbologie, metafore e atmosfere diverse.
Lo spettatore/navigatore perlustra vari ambienti: si perde in un labirintico percorso in cerca di nuove relazioni. Le home page di ogni artista permettono di proseguire la navigazione verso altri spazi artificiali, di esplorare nuovi territori attraverso numerosi link. Anche il Guest-Book, collocato nella pagina d'overture, costituisce un elemento importante. Il visitatore potrà lasciare una traccia fisica del suo passaggio (oltre al consolidato counter automatico) arricchendo il progetto con i suoi commenti, suggerimenti, alimentando così un dibattito a distanza. La posta elettronica rappresenta, in questo caso, il canale privilegiato per la nascita di una vera e propria comunità di rete, costituita dagli artisti che partecipano al progetto e dai visitatori che interagiscono attivamente.
Il World Wide Web si sta trasformando in un terreno di sperimentazione artistica estremamente affascinante. L'artista non solo utilizza le molteplici funzionalità del mezzo ma si spinge oltre, alla scoperta di nuove potenzialità. Per questo gli si dovrà a volte concedere lunghe attese per poter visualizzare un'immagine troppo "pesante" o dover scaricare sul proprio Hard-disk alcuni plug in per ascoltare dei suoni o vedere immagini in movimento.
Passages oltre a coinvolgere un pubblico "ristretto" limitandosi al cosiddetto popolo della rete, necessita una partecipazione attenta e riflessiva e non una navigazione frettolosa. Manuela Corti, esplorando il WWW, ha creato con Passages una zona di confine, un mosaico elettronico di testi, immagini e suoni, fornendo ai visitatori nuovi ed inediti percorsi visivi.

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View on PASSAGE 1
di Daniele Perra

"Relena sta sul treno che sta sull'erba..."

Un viaggio attraverso le città, i campi di grano, il mare, fino a tornare al punto di partenza. Un'apparente ricerca dell'infinito e allo stesso tempo la deludente scoperta dei limiti fisici della terra e della monotonia della ripetizione.

Manuela Corti, ideatrice dell'intero progetto, che affiancherà per 23 settimane altri tre artisti, ci trasporta nel passato, un passato fatto di eterne attese nell'impressionare le prime pellicole fotografiche con le meraviglie della realtà, immagini cinematografiche che scorrono sulla pellicola fotogramma dopo fotogramma, libri illustrati da sfogliare velocemente per carpire l'immagine o la storia per immagini nella loro completezza. Un lavoro estremamente semplice ma carico di una forte malinconia, la solitudine di un viaggio alla ricerca di nuove emozioni, alla scoperta di nuove territori.
Joop Greypink, classe 1942, fotografo e interface designer, sceglie il rumore della metropoli, i vagoni sotteranei che corrono veloci, sventrano la città, si insinuano metaforicamente nel flusso della rete e percorrono intere distese di grano, erba, edifici. L'emozionante impatto iniziale viene travolto dalle immagini estremamente descrittive che si sovrappongono ciclicamente..
Il neozelandese Robin Benson, architetto e designer con la passione della fotografia e della sintesi digitale, ci mostra, con un gif animato, un cielo esplosivo che nasconde schizzi grafici che sfumano e si traformano a loro volta in una rigida griglia testuale. Il viaggio in treno si trasforma in un viaggio ad alta quota ed Elena diventa improvvisamente un'altra donna, un'altra vita.
Il giovane e sofisticato Boris Jerenec, della Slovenia, amante dei MUDs, crea con Java, un'immagine apparentemente inanimata, immobile. Sarà la curiosità del navigatore a scoprire, avvicinando il cursore al testo inglese sfuocato, la circonferenza di un mondo fatto di parole che gira e contiene immagini sfuggenti.

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View on PASSAGE 2
di Daniele Perra

"Il Proclama si trova inchiavardato nelle metropolitane, nei treni metropolitani, nelle stazioni, ... e, in genere, in ogni altro luogo di sfinimento vitale..."

Siamo di nuovo in presenza di uno spostamento, di una transizione fisica, di un potere onnipresente.
Francois Denis-Jose, che ama definirsi AKA Big Bird, specialista di effetti digitali 3D, dice di essere inglese, di madre spagnola e padre caraibico, di aver vissuto per molti anni in Olanda e risiedere attualmente in Germania. Chi meglio di lui può quindi dare corpo all'idea della contaminazione di culture e lingue diverse, parte fondante dell'intero progetto? La sua è un'immagine fissa, una sorta di environment digitale che, attraverso un gioco di sfuocatura, mette in evidenza un volto appena accennato, pensante, solitario, misterioso.
Elisabeth Fisher, nata in Ungheria, based in Canada, pittrice, scrittrice e musicista, realizza un intervento brevissimo: l'immagine di una contorsionista sfuma pian piano per lasciare il posto d'onore a parole che scompaiono con estrema leggerezza.
Chris Engel, figura piuttosto eclettica, ha graficamente illustrato il testo in una sorta di sito nel sito. Un collage fatto di più frammenti iconici inseriti in un surreale contesto metropolitano.
L'intervento di Manuela Corti rappresenta ciò che potrebbe essere definito un micro-video per la rete. Ben 500 frame sono accorpati per dar vita ad un gif animato della cupola di San Pietro, che si trasforma, frammento dopo frammento, in una sorta di corona reale, il tutto con le note dell'inno russo tratto direttamente dal film "The Hunt for red october" di John Mc Tiernan.

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View the PASSAGE 3
di Daniele Perra

"Non si può negare che una volta, il Capo, sia stato un uomo mite. Una volta, il Capo, era un ragazzo con la testa sulle spalle. Andava al cinema tutte le domeniche. Studiava con profitto... Come sia mutato, nessuno può dirlo. Se qualcuno può dirlo, noi non lo conosciamo."

Probabilmente sono molte le ragioni che hanno trasformato colui che sarebbe diventato un capo, in un soggetto alquanto inquietante e mostruoso. Un capo, per l'appunto.
Niente di più ironico poteva presentare il giapponese Satoshi Sakanoshita per il quale "Cyber Projects connect artists like a real web". Nella sua home page oltre ad un link che ci permette di "entrare" in un percorso visivo caratterizzato da alcune immagini formato album di famiglia, Sakanoshita attraverso due autoritratti (3D) illustra in qualche modo la metamorfosi di uno stesso individuo. La medesima metamorfosi, anche se non di natura fisica, che probabilmente ha subito il nostro "mite capo". In fondo quello di Sakanoshita è un uomo buono, al posto della pistola nel taschino della giacca, ha una rosa brillante.
Paulus Trisnadi, indonesiano ma attualmente based in California, è il primo artista di Passages a creare un'immagine animata interattiva. Un giochino divertente dove una pedina, sorta di molecola impazzita, in mano (mouse) al fruitore sconfigge pian piano tutte le altre pedine che viaggiano casualmente nello stesso spazio artificiale. La sua home page è una sorta di statement poetico. "See, listen, smell, taste, feel", in fondo è anche un chiaro e diretto stimolo ad una totale interazione.
Manuela Corti parte dall'infanzia. L'immagine prelevata da una vecchia cornice di famiglia di un bambino, che ha tutta l'aria di non essere un angelico ragazzino, si trasforma attraverso un gif animato che sembra un vero e proprio morphing di un soggetto in decomposizione, in una mostruosa presenza, resa ancora più inquietante dalla voce fuori campo che dice naturalmente e ripetutamente "I'm the Chief", "I'm the Chief".
Alessandro Barileframmenta la narrazione attraverso una serie di flash ipnotici. Alcune frasi, tratte dal brano nella versione inglese, appaiono e scompaiono grazie ad un dinamico gioco di sovrapposizioni. I vari frame, quasi impazziti, si rincorrono velocemente senza possibilità di poter modificare il loro percorso.

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View on PASSAGE 4
di Daniele Perra

"Il cinese è il complice più vecchio... dopo un anno non ricorda più quello che ha fatto, quello che sapeva"

Siamo ai confini tra la vita e la morte. Un'identità multipla, inconsapevole, che vive l'illusione di un'altra esistenza. La complessità delle relazioni, una verità nascosta pronta per essere svelata.
Bruce Powell dalla California presenta un'immagine piuttosto curiosa dove lo sfondo costituito dall'immagine della Grande Armata cinese con numerosi soldati in terracotta, accoglie un cinese in ombra, che in solitudine pesca nelle acque in cui "galleggia" un teschio, chiara e diretta metafora di una morte annunciata. L'home page mette in evidenza una forte connotazione surrealista. L'immagine di Bruce con il suo bambino Francois si trasforma in una sorta di icona onirica, dove alcune mucche volteggiano discrete sopra le loro teste.
Lenara Verle, designer e ricercatrice brasiliana, interessata a nuove forme d'arte sviluppate in rapporto all'evoluzione tecnologica, crea una vera e propria galleria di ritratti. E' necessario il Quick Time VR plug-in per scoprire all'interno di una finestra immaginaria, più volti che il fruitore, attraverso un gioco di zoom-out, zoom-in, riesce a visualizzare chiaramente o a trasformare in macchie apparentemente prive di una forma precisa. L'home page è costituita da un gif animato da vedere a rallentatore a causa di un montaggio fatto di molti fotogrammi impazziti.
Seppo K. Niiranen, architetto, fotografo, graphic designer, specializzato in digital media, based in Finlandia, gioca sul rapporto tra immagine e scrittura. I volti di due vecchi, un uomo e una donna, si sovrappongono per lasciare lo spazio al testo. Un testo che l'artista manipola, modifica, attraverso le lettere che sembrano acquisire autonomamente altri significati, altre metafore.
L'intervento di Manuela Corti, questa volta senza il supporto sonoro, è un gif animato dove, attraverso l'apertura di ombrelli colorati e a tratti trasparenti (non a caso si parla di un cinese), il volto sottostante diventa una sorta di maschera teatrale dalle molte facce, emblema di un'identità multipla, la stessa tragica esistenza di un uomo che non ricorda, che non conosce le proprie origini, che si potrebbe mimetizzare nella "Grande Armata" o potrebbe assumere le sembianze di chiunque attraverso l'ingigantirsi di un volto sfuocato, dove i pixel si dilatano enormemente.

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View on PASSAGE 5
di Daniele Perra

"Il sadico non è sadico dalla nascita... Eppure, qualcosa gli ha messo in testa una concezione malvagia della vita"...

Il sadico, figura inquietante e allo stesso tempo misteriosa che ha sempre suscitato paura e curiosità, attrazione e negazione, quella forza nascosta nell'individuo che si manifesta sotto forma di crudeltà apparentemente gratuita.

Il giovane sloveno Boris Jerenc, già presente nel primo passage, realizza un' immagine animata piuttosto inquietante.
Il volto di un vecchio di natura espressionista che fa da sfondo è macchiato di sangue. Un volto pulsante e allo stesso tempo diabolico, sintomo di malvagità.
Manuela Corti adotta una forma di sadismo che colpisce appieno il popolo della rete. Una serie di immagini testuali (il riferimento letterario è "La Repubblica di Platone") che si susseguono una dopo l'altra ( libro dopo libro) grazie un semplice ed invitante "Click", mettono a dura prova la pazienza del navigatore che attende, entra incuriosito in un maniacale meccanismo ipertestuale fino a giungere ad un'immagine, una rivisitazione di "Christus" di Paul Klee sulla quale un testo rosso sangue che scorre fluido, grazie alle potenzialità di Java, ci dice: "Una delle più interessanti dissertazioni dell'uomo...E' stato giustificare l'esistenza di Platone".
(Daniel Alegi & Aaron Donsbach) Daniel Alegi , filmmaker italiano che vive negli Stati Uniti e Aaron Donsbach, artista multimediale di Chicago, presentano un lavoro piuttosto complesso. Quella che potrebbe sembrare apparentemente una vecchia immagine fotografica, nasconde in realtà una trama di varie combinazioni visive. E' data al fruitore la possibilità di ri-costruire un ideale set fotografico e di completare l'immagine, svelando di volta in volta nuovi elementi compositivi.
L'estrema libertà interpretativa alla base del progetto spinge Gennaro Cicalese a tradurre il brano in napoletano.
In un gioco sottile di apparizioni l'artista sembra volerci mostrare le varie fasi nella costruzione di un'immagine che inizialmente statica si trasforma in una sorta di animazione automatica.

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View on PASSAGE 6
di Daniele Perra

Il dottore. Un dottore ironico e cinico dall'aria sfuocata.

A realizzare un intervento di natura interattiva è Joop Greypink con un lavoro molto complesso, estremamente sofisticato che mette in relazione sia l'aspetto visivo che linguistico del progetto. Il fruitore cliccando l'icona posta al centro di uno sfondo verde, apre un'altra piccola finestra dove un occhio ci scruta attraverso una sorta di oblò virtuale. Portando il cursore sopra l'occhio ci appare imporvvisamente il testo (olandese/inglese/italiano) che a sua volta si può modificare, trasformare, ricostruire interamente in base ad una scelta personale e ad un procedimento random che lo stravolge. Una sorta di cut-up interattivo che manifesta una totale simbiosi con i presupposti di Passages. Questo lavoro non presuppone una visita fugace, bensì è neccessario "scaricarlo" per poi realizzare off-line più combinazioni possibili, ovvero sfruttando così le potenzialità di una fruizione partecipata.
Paulus Trisnadi dall'Indonesia, che aveva realizzato una sorta di gioco interattivo in un passage precedente, crea un'immagine fissa, un volto artificiale, fatto di colori brillanti e trasparenze che nascondono un ghigno sarcastico realizzato con l'ausilio del testo e la sua naturale lettura orizzontale.
Denis-Jose François e Manuela Corti si concentrano sull'aspetto ironico del dottore. Nel primo caso l'artista ricrea una specie di desktop virtuale fatta da un insieme di pict animati dove giacciono due "dead disk" e l'immagine di un dottore con tanto di cartella clinica dove al posto della testa vi sono delle fiamme artificiali.
Manuela Corti in un'immagine fissa piuttosto leggera (a livello di K), pone sul taschino di un camice verde da chirurgo, quello che comunemente sembrerebbe un cartellino di riconoscimento, che, per un gioco di sovrapposizioni metaforiche, si trasforma in un docile coniglio di peluche, disteso comodamente in un contenitore che generalmente accoglie gelidi strumenti chirurgici.

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View on PASSAGE 7
di Daniele Perra

Relèna ascolta una cassetta registrata che contiene un segreto scientifico legato ad una formula anti-anticoncezionale ideata da Mendel. Soltanto poche gocce di quel composto potrebbero provocare una crescita vertiginosa della popolazione, una contaminazione irrefrenabile che solo l'aborto potrebbe interrompere.

Robin Benson tenta un esperimento a mio avviso molto sofisticato ma di difficile comprensione per un tipo di fruizione, quella della rete, veloce e frammentata. L'artista neozelandese, nel suo primo passage aveva interrotto il testo lasciando intendere, forse, che si trattasse di una personale interpretazione poetica. In realtà il testo continua nel suo secondo intervento creando così una sorta di involontario? sotto-insieme, arricchendo l'intero progetto di rimandi ulteriori e risvolti inaspettati.
L'intervento di Manuela Corti è senza alcun dubbio multimediale, nell'uso di diversi strumenti espressivi e nell'attribuire ad ognuno di essi la completa autonomia. L'immagine è una sorta di cyber laboratorio, dove una cassetta audio viene letteralmente inserita all'interno dell'apparato uditivo di una figura femminile (l'artista). Quest'ultima comincia ad emettere parole e frasi che scorrono sullo sfondo fatto di decine di cicogne, simbolo di prosperità e di fertilità. Cliccando la prima immagine, si entra in un'altra "pagina web" dove ci colpisce un suono ossessivo e ripetitivo. Questa volta sono le cassette audio a sprigionare parole e frasi e a trasformare idealmente l'eccessiva prosperità in una sorta di preannunciata catastrofe globale. In fondo un immediato e sproporzionato incremento della popolazione mondiale può voler significare povertà, caos, perdita d'identità.
Schwann cyber-shaman, scrittore di fantascienza che non ama svelare la sua vera identità anagrafica, ci tele-trasporta (il riferimento a "Star Trek" è d'obbligo) in un immaginario fantascientifico dove mondi paralleli ruotano intorno ad una solida piramide simbolo di morte e rigenerazione. Le ragnatele che fanno da sfondo (in realtà si tratta di piani astrali) potrebbero essere una sorta di metafora dell'aborto poiché catturano piccole cyber-creature, cibo preferito di mostri artificiali che si nascondono e si riproducono all'interno dei cavi di silice purissimo di fibre ottiche.
Satoshi Sakanoshita, dal Giappone, crea un'immagine fissa ad alta risoluzione piuttosto inquietante. Una mano imprigionata in un guanto chirurgico afferra con forza una cassetta audio di dimensioni reali. Il colore predominante è il rosso, simbolo di vita e di morte. Delitto e spargimento di sangue da un lato e dall'altro, flusso vitale (il sangue) alimento di creature notturne leggendarie, sempre a caccia di sangue vergine da "bere".

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View on PASSAGE 8
di Daniele Perra

"Nuvole dense di nero industriale (bellissime) comparivano all'improvviso, precipitando come aquile sull'acqua pigra dei deflussi. In quei punti l'aria sapeva di limatura di ferro, e di olio bruciacchiato dai motori...".

In questo paesaggio apparentemente artificiale che ricorda la realtà in preda a modificazioni strutturali nello straordinario film di Michelangelo Antonioni, "Deserto Rosso", scorre veloce il treno all'interno del quale avviene l'incontro violento tra Vestigo Inani e Relèna. Un incontro breve ma carico di emozione.

Chris Engel si concentra sul paesaggio. Il suono di un treno che si muove lentamente trasformandosi in un respiro affannato ed ossessivo ci accompagna alla scoperta di alcune immagini che racchiudono narrativamente e interpretano realisticamente il testo.
Manuela Corti pone l'attenzione al gesto di Vestigo Inani . Una finestra con l'immagine di un treno in movimento ci porta, cliccandola, all'immagine di un braccio forzuto e muscoloso che schiaccia il naso di Relèna facendolo sanguinare senza sosta.
Eddie Tapp, fotografo americano professionista, costruisce una serie di immagini che si sovrappongono e sfumano come in un micro-filmato. Il punto di partenza è l'immagine di una "Barby" hollywoodiana dietro un finestrino che sembra appartenere più ad una cella di un penitenziario che ad un vecchio treno a lunga percorrenza. Alcune frasi chiave scorrono sulle immagini e la figura della giovane donna sorridente si ripete sul terreno spoglio e sul cielo nuvoloso. Si tratta di un intervento piuttosto "pesante" da vedere on-line. Conviene quindi "scaricarlo" e guardarlo off-line, scoprendo così particolari significativi.
Joop Greypink, crea una sorta di alfabeto visivo, costituito da icone stilizzate incastonate in una rigida tabella. In un piccolo quadrato scorre il testo e i vari simboli si mischiano e si colorano ciclicamente. L'artista definisce queste icone, "pictograms" che rappresentano una specie di "Theoretical-global-language" comprensibile da tutti. Non a caso siamo all'interno della rete telematica, contenitore globale dove culture e lingue diverse, si mischiano e si contaminano secondo standard riconosciuti da tutti i paesi interconnessi.

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View on PASSAGE 9
di Daniele Perra

Ricerca delle origini, perdita delle stesse. Un incessante rincorrere al nuovo dimenticando la fonte della sua evoluzione. Uomo-bestia, in una società che è in cerca di sempre maggiori stimoli sensoriali.

Manuela Corti attua una rivisitazione di carattere storico-artistico. Un salto cronologico a ritroso, dalla Danae di Klimt ad Eva di Dürer del 1507. Una serie di "pannelli" scorrono mettendo a nudo Eva che attraverso l'ausilio del computer viene colta di spalle, riproducendo specularmente la sua immagine e mostrando le rotondità dei glutei . La mela del peccato è pulsante e la nudità di Eva viene censurata da un serpente fatto di maglie testuali che l'avvolge e la veste.
Boris Jerenec realizza un "leggerissimo" pict animato, usando il linguaggio proprio della rete telematica. Alcune frasi assumono le sembianze di indirizzi di newsgroup, da Alt.erotica.bestiality ad Alt.pictures.cartoons e le immagini, tra le quali il volto di un uomo che sbadiglia, sono rese attraverso l'ingigantirsi dei pixel. Un piccolo punto si trasforma in un quadrato di grandi dimensioni che a sua volta si dissolve per lasciare spazio ad un'altra immagine.
Lenara Verle dal Brasile, crea un'immagine fissa che nomina "mandibula". In realtà l'immagine non ha un vero e proprio titolo. Ma se doveste scaricarla sul vostro hard-disk con un semplice save this image as, svelereste il perché di questa mia libera attribuzione. Un mostro animale, tra il preistorico e il fantascientifico viene aggrovigliato in una rete fatta di colori brillanti. La ripetizione di un animale pericoloso dai denti taglienti, spettro del nostro passato e dell'incerto futuro.
Fabio Doctorovich, nato a Buenos Aires nel 1961, editor di "Postypographika", un sito Internet dedicato alla sperimentazione poetica visiva e virtuale, ha realizzato un lavoro estremamente sofisticato che incarna pienamente alcuni degli elementi primari del progetto Passages. Egli trasforma le parole in icone, ci rimanda, attraverso diversi frame, a situazioni scaturite da una o più frasi. L'immagine diventa frutto delle parole, e le parole, trasformandosi, colorandosi, cambiano significato. Una geniale contaminazione tra la parola e l'immagine che (parola-immagine) subisce delle deformazioni, acquista tridimensionalità fino a sfumare ed essere parte integrante del testo nell'ultimo frame.
E' proprio questa interconnessione tra linguaggi diversi e l'uso di più strumenti a fare di Passages un contenitore in movimento che riesce a captare e "memorizzare" onde creative e associazioni visivo-testuali sorprendenti e piene di fascino.

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View on PASSAGE
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di Daniele Perra

"I giornalisti della Rete hanno la prima parola, mai l'ultima. Non siamo che scintille...Il rapporto tra scrittore e lettore e' stato cambiato: il cronista ha meno potere, mentre il lettore ne ha di piu'...Lo scrivere in rete - e riguardo alla rete - suggerisce nuove possibilita' nel modo di comunicare tra noi...Gli articoli diventano entita' vive piuttosto che dichiarazioni stabili, anzi passive..."
Sono solo alcune frasi piuttosto emblematiche, prese a prestito da "Media Rants. Postpolitics in the Digital Nation", volume recentemente pubblicato negli Stati Uniti da HardWired di Jon Kats, giornalista parte dello staff del sito californiano HotWired. Alla base del suo pensiero c'è la volontà di manifestare le molteplici potenzialità della rete telematica e le possibilità che essa offre nell'ambito dell'informazione e della trasmissione e formulazione di idee. Un elemento fondamentale risulta essere l'interattività, criticata severamente, afferma Constance Hale, Editor del volume, dagli intellettuali poiché temono di poter perdere il controllo delle proprie idee. Al contrario è proprio quest'idea di scambio continuo, di revisione di certi presupposti, di aperta discussione, anche anonima purché costruttiva, che rende la rete un canale "privilegiato" rispetto agli altri media. "Lanciare" un concetto in rete, significa dare la possibilità ai navigatori di poterlo condividere o criticare attraverso una comunicazione diretta, non filtrata, con l'uso della posta elettronica. I forum di discussione diventano delle vere e proprie arene virtuali dove poter lasciare una traccia. Credo sia necessario innescare una sorta di coinvolgimento creativo e costruttivo tra entità diverse all'interno della rete. Ho deciso quindi di formulare e porre una domanda agli artisti che partecipano al progetto per i prossimi 5 passage. Questo dovrebbe dar vita non solo ad uno scambio tra gli artisti che vivono in parti diverse del mondo, creando una sorta di virtuale dinamico appuntamento, ma anche un dialogo aperto tra colui che genera l'opera, il suo pensiero e il navigatore che nel caso di Passages si trasorma in un fruitore misterioso (si riesce solo a quantificare il passaggio delle presenze nel sito attraverso il counter) che si impossessa visivamente e materialmente dell'opera (nel caso decida di salvare l'intervento dell'artista, sia che si tratti di un'immagine, di un'animazione o di un file sonoro nel proprio Hard-disk). Stimolare l'artista al dialogo, sulla sua opera, diventa anche un utile strumento di analisi e mette in luce diverse unità operative che contribuiscono e rendono vivo l'interesse verso la sperimentazione di nuovi canali espressivi.

La domanda posta agli artisti per i prossimi 5 Passages è:
Essendo un artista visivo/telematico, come hai interpretato il brano proposto?

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Gli artisti del Passaggio 10 rispondono.

Angelo Cacciola Donati
(Span - Basque Provinces)
Ecco come ho interpretato il decimo passaggio: è lo stesso metodo che uso in qualsiasi tipo di creazione; assimilo lo stimolo e lo lascio andare dentro di me per qualche giorno. Ogni tanto lo richiamo, senza esprimerlo. E cosí vivo una situazione simile all'acqua che bolle dentro una pentola tappata. Blop, blop, blop! Finché arriva il momento che non ne posso piú e mi metto davanti al computer e creo la pagina/e web. Naturalmente non distinguo tra suoni, immagini, testo: sono un'unica e inseparabile esperienza.

Manuela Corti
(Italy)
Nel passaggio 10 ho realizzato una semplice immagine fissa di un volto non volto che indossa un paio di occhiali che al posto delle lenti hanno delle coloratissime bandiere immaginarie.
Il capitolo V, tema di questo passaggio secondo la mia interpretazione é il discorso del linguaggio o della lingua che si identifica col potere. Le lenti dicono "linguaggio e religione" e cioé il potere non solo davanti agli occhi, vale a dire nella quotidianità, ma anche il potere come filtro, come lente distorcente. A prima vista colorato e gaio ma in realtà particolaristico ed estraniante. Il potere nella sua retorica, vale a dire visione del potere secondo quelle esigenze. Persino ciò che pare o appare bizzarro è l'espressione di quella volontà.

Paulus Trisnadi
(Indonesia)
Ho la fortuna di aver a che fare con un Passage scritto da una mente simile alla mia. Ho sempre sognato di provenire da un mondo fantastico. Un mondo dove ognuno vive in pace e amore. Per comunicare non c'e' bisogno di parole. Solo gesti, colore, espressioni, luci, visioni. Nel mio intervento per il Passage 10 ho cercato di coinvolgere lo spettatore nel mio lavoro di designer interattivo.
C'e' bisogno di una certa forma di impegno per comunicare, e nel caso del mio lavoro questo impegno e' l'interazione attraverso l'uso del "mouse" (per la verita' c'e' anche un altro modo per interagire con l'opera, ma ve lo lascio scoprire da soli. Non e' importante, solo una piccola soddisfazione per chi riesce a trovare la sorpresa). L'amicizia e' un dono di cui far tesoro, e senza comunicazione non ci puo' essere amicizia. E cosi' nasce un linguaggio globale di interazione.

Seppo K. Niiranen
(Finland)
- lavori in corso -

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Gli artisti del Passaggio 11 rispondono.

Robin Benson
(New Zealand)
In breve, ho letto il brano molte volte. L'azione di leggere e meditare il contenuto e' stata parte di un ciclo, di un processo di comprensione e sviluppo dell'interpretazione. Il ciclo e' di natura ermeneutica. Lo stesso si puo' dire dell'immagine che ne e' emersa. I riferimenti a rivelazione, processo e ciclo sono chiari. Per finire, il materiale che ho usato per costruire l'immagine appartiene a questo luogo, dove vivo, che considero casa mia. Nessuno ricorda un tempo senza luogo, ne' un luogo senza tempo.

Manuela Corti
(Italy)
Sono mani che scrivono sul nulla. Il problema è che spesso chi vuol dare una giustificazione a proprio suicidio e non è fortemente intelligente o fortemente sensibile non riesce a dare alcuna giustificazione. Il fatto, poi, è che comunque anche quando vi si riesce occorre dare una giustificazione chiara che contenga in modo immanente la propria sentenza di morte, vale a dire occorre che la giustificazione contenga molti altri quesiti che da questa nasceranno. La giustificazione senza quesiti impliciti è una giustificazione categorica.

Denis-Jose François
(England)
Il brano dell'inquisitore aveva un che di triste, e allo stesso tempo mi ha fatto pensare alle autopsie...Ho usato queste due impressioni contrastanti ispiratemi dal brano per creare l'immagine che ho presentato. E' un disegno in bianco e nero, preso da un manuale di medicina del XIX Secolo che contiene diagrammi ricavati da autopsie. Mi e' sembrato che il viso avesse un'espressione un po' triste, ed io l'ho accentuata ingrandendo la figura cinquanta volte, e aggiungendovi particolari e colore. Per me, il brano/illustrazione rappresenta l'incontro di due mondi: il mondo freddo e scientifico dell'esatta scienza medica, e lo sfuocato mondo emotivo del suicidio.

Bruce Powel
(California)
"Ho interpretato il brano come illustrazione di un'autopsia. Il cadavere fissa nel vuoto e non vuole essere disturbato, e mostra la sua irritazione quando l'osservatore osa toccare il corpo. Il cadavere e' indignato dalla maniera della sua morte, e dal modo in cui la relativa inchiesta e' stata insabbiata. C'e' una certa ambiguita' nella maniera, e perfino nella causa, della sua morte. Non ha lasciato una nota, cosicche' gli agenti ne hanno fabbricata una - troppe domande sarebbero sorte se non ci fosse stato un messaggio. Si presume un colpo di pistola, e tuttavia non e' stato recuperato alcun proiettile. Non c'e' segno di uscita del proiettile. Questa interpretazione rispecchia alcune delle circostanze relative alla morte di Vincent W. Foster e Ron Brown, entrambi collaboratori molto vicini al Presidente Clinton. Ora che sappiamo che il Presidente e' un bugiardo patologico, dovremmo riesaminare questi due decessi.

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Gli artisti del Passaggio 12 rispondono.

Brian Brasher
(Alabama, USA)
Adoperando un Apple Macintosh ho manipolato illustrazioni disegnate a mano prima con Macromedia FreeHand, poi con Adobe Photoshop. Ho anche usato ResEdit per creare I pulsanti e le cornici per ogni GIF animato, a questi GIF file li ho composti con GifBuilder. Il necessario HTML l'ho scritto in SimpleText, direttamente quello che mi passava per la testa (per dare al mio Passage quella sensazione "spontanea", quella possibilita' di errori e stranezze non intenzionali).
Con questo Passage ho cercato di creare una giustapposizione e, forse, una misappropriazione simbolica. Proprio come il Pontefice re-interpreta orrendamente (leggi: misinterpreta) le verita' della Fede, il mio Passage tenta di rimaneggiare l'arte di una precedente struttura cristiana in un moderno formato multimediale.
La mia filosofia personale riguardo all'arte nel suo rapporto con la rete e' una filosofia che ritiene l'attuale situazione dell'arte in rete, che consiste in oggetti d'arte soltanto fotografati/copiati e presentati come semplici files JPEG, grossolanamente inadeguata. Io vedo la rete come una tela che un osservatore puo' "toccare" e "manipolare", e l'arte in rete dovrebbe rispondere a questa potenziale interazione.
Per cui la mia interpretazione del Passage presenta interazione ad un livello primitivo, un po' simile, io credo, alla piu' popolare arte cristiana del primo secolo. E cosi' come quell'arte, anche la Fede su cui si basava fiorì, ed io spero che così accada anche all'arte in rete.

ManuelaCorti
(Italia)
L'uomo è instabile nelle sue certezze. Lo sa ma finge di non saperlo. Il suo futuro è parte calcolata non solo dell'universo ma anche di ciò che ignora in se stesso. Dunque è una macchina ma è l'unica macchina a sapere di valere di più.
Ho realizzato quindi un'immagine di suggestione metafisica, un palcoscenico (nave spaziale) fluttuante nel nulla; il viaggiatore è un uomo macchina e nel vuoto siderale-psicologico gira vorticosamente un buffo uomo banderuola, rompe il silenzio un suono ovattato.

Satoshi Sakanoshita
(Giappone)
Generalmente io lavoro come un artigiano "digitale". Sento l'ordine di un mio cliente, e lo digito accuratamente.
Pero' bisogna che abbia una qualche visione in mente per questo progetto. Questo e' un Passage allo stesso tempo eccitante e difficile. Mentre guardo il mio lavoro, penso: "E' realmente questo il panorama della mia mente?" Non ho ancora trovato una risposta a questa domanda.

Eddie Tapp
(Georgia, USA)
Leggendo il Passage...e' stata una visualizzazione ed interpretazione della parte destra del cervello in quel momento, e la coordinazione di queste con un'immagine (immagini) come espressione...

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Gli artisti del Passaggio 13 rispondono.

Silvana Boone
(Brazil)
Penso a questo evento come a un lavoro importante con diversi artisti di ogni parte del mondo. Questa mi sembra essere , una delle forme piú accessibili ed intelliggenti, per arrivare a molte persone nello stesso tempo, anche perché, gli eventi sulla rete oggi crescono e sempre con maggior qualità. E' interessante cogliere diversi sguardi sopra un tema, sviluppati da più persone di nazionalità differente. L'immagine fissa che ho creato per il Passage 13 é un piccolo frammento di una mia ricerca su un ipertesto. Si tratta di un lavoro su "Il castello dei destini incrociati"di Italo Calvino che viene trasformato in forma ipertestuale elettronica, sotto forma di CD-ROM strutturato come una sorta di gioco per scoprire i destini dei personaggi, o forse, del giocattore stesso.

Manuela Corti
(Italy)
La ricerca di una impossibile e incompleta verità richiede una continua falsificazione della stessa perché se é valido che già di per sé ogni verità è impossibile anche ogni falsificazione è impossibile. Da una parte, in realtà, si vorrebbe la percezione, intesa come vera, di una spiegazione ineluttabile; dall'altra si vorrebbe una spiegazione, intesa come vera, di una percezione subdorata come impossibile. Per tale ragione il "click" è l'avvio del big logos ovvero dell'esplosione primordiale del linguaggio: ed è così, allora, che per farsi comprendere l'uomo ha dovuto poi spiegare che la spiegazione non era più possibile e sempre lì, quanta fatica, a far credere come possibile ciò che lo era davvero nei falsi sentimenti del pensiero.

Denis-Jose François
(England)
Questo Passage mi ha fatto venire in mente (ancora una volta) la scienza attuale dei "Memi" e della "Memetica". Concetto definito originalmente da Richard Dawkins, il meme e' l'equivalente intellettuale del gene, e ha un simile comportamento: le Idee si diffondono da persona a persona, dentro e fuori determinati gruppi. Quelle forti sopravvivono, quelle deboli si estinguono...ed ogni iterazione porta un sottile cambiamento, dovuto ad addizione o sottrazione.
Cosi' il Passage mi ha fatto pensare: che aspetto puo' avere un pensiero, un'Idea, nella sua rappresentazione fisica? E cosi' mi sono posto il compito di visualizzare una "molecola di pensiero"...

Schwann-Cyber-Shaman
(South Africa)
Siamo scintillanti canzoni di luce che vorticano nella notte tecnologica. Ritagliamo ed incolliamo noi stessi in molte differenti forme e dimensioni mentre sincronizziamo gli orologi e diciamo addio al soffitto, perche' abbiamo sempre comunicato dal momento in cui l'umanità si è portata dentro il sapere a livello genetico. Ora cavalchiamo l'ineffabile geometria del momento frattale perché, come dice Theilard, la ricerca del significato nel ciberspazio é stata codificata. Ci concentriamo sull'inconcentrabile mentre i nostri battiti cardiaci risuonano come passi da gigante in vasti spazi deserti. Siamo finestre di sfondo. Forme di vita non identificate. Icone. La polvere che si alza dal falò dopo che la danza-trance è finita, mescolantesi ai punti di scambio dove le forze rimbalzano avanti e indietro. E ci appaiamo per eternità finite con infiniti frattali di anormalità benevole.

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Gli artisti del Passaggio 14 rispondono.

Manuela Corti
(Italy)
Il disco gira anzi corre come la ruota e il braccio della biella lo fa correre o forse è meglio dire cantare. Il braccio lo fa suonare quale elemento meccanico dell'agire. Come il braccio fa suonare il disco o forse sarebbe meglio dire lo fa ascoltare. Ma nel primo caso, quello del disco il braccio deve avanzare per far ascolare il disco-ruota mentre nel secondo, quello della ruota, il braccio e la ruota devono mantenere rapporti fissi per fare ascoltare lo spazio entro cui ci muoviamo. In entrambi i casi il tempo funge da misura massima di uno spazio dato e il tempo è ancora la sosta, il silenzio, nel caso del treno prima nel caso del disco poi.

Chris Engel
(Scotland)
L'azione di tradurre un brano letterario in un'interpretazione visiva può seguire molte vie. All'interno dell'arte illustrativa c'è generalmente una tendenza alla rappresentazione figurativa del contenuto del brano. Tali immagini normalmente rappresentano persone, luoghi, oggetti e/o azioni, e costituiscono il metodo convenzionale per mantenere l'interesse del lettore, per pubblicizzare un contenuto, o per "far vedere" la narrazione, un po' come le didascalie delle figure in una rivista come "National Geographic".

Per il Passage 14 mi è sembrato che il brano non avesse senso come racconto isolato, perché il contenuto era poco per contribuire il nucleo di un processo illustrativo convenzionale. Perciò ho deciso di fare del testo un'immagine di per sé, con l'uso di distorsione, colore, ed effetti visivi. Le parole sono diventate l'immagine, e l'immagine è stata intesa come il riflesso non del significato, ma della forma delle parole...un po' come un manoscritto illuminato. Per sanzionare ancor più questa dissociazione della parola dal contenuto, ho riprodotto il testo "cancellando" alcune sezioni, e ottenendo così un disegno di parole congiunte solo da spazi vuoti da ciò che in origine era il filo linguistico da cui dipendeva il significato.

Joop Greypink
(Holland)
Ho usato le iniziali di Vestigo Inani "VI" , che è il numero 6. Il cursore oscilla tra la vita e la morte. Nella seconda parte (dopo che hai premuto il pulsante) arrivi alla costruzione di una tratta ferroviaria ottenuta con la ripetizione di parole scelte a caso dal romanzo, mentre il cursore - come "VI" - scruta la situazione in divenire. Ogni volta che premi sul VI ritorni alla situazione vita/morte.

Boris Jerenec
(Slovenia)
Ho letto il testo rapidamente proprio per riceverne la prima impressione. La ripetitività è stata la chiave per me. Quella da cui non ho potuto sfuggire. Quella che mi ha fatto venire in mente Drella e "Images" di Lou Reed e John Cale. Così ho cercato in rete un'immagine che valesse la pena di ripetere. Alla fine mi sono appropriato di un'immagine da una qualche pagina della mia città. L'ho cambiata un pochino e l'ho ripetuta. Questo è quello che faccio: ripeto quello che vedo.

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View on PASSAGE 15
di Daniele Perra

Di passagio in passaggio, diventa sempre più interessante scoprire come artisti diversi provenienti da luoghi e culture distanti interpretino lo stesso frammento testuale nella difficoltà di cogliere piccole porzioni di un lungo racconto. Il quindicesimo brano è un intreccio piuttosto complicato poiché attraverso vari elementi (una pistola, un proiettile, il capo che guarda con circospezione, una storia da narrare ) l'autore crea più situazioni sovrapposte.

Brian Brasher, dall'Alabama, accorpa una serie di immagini presentandole con un formato che abitualmente è quello dei movie on line. Una finestra virtuale che narra una storia, fatta di pochi elementi testuali e ricca di intrecci iconici. Sono d'accordo con Brian che vede la rete "come una tela che un osservatore può' "toccare" e "manipolare" anche se al posto della tela vi è un supporto dinamico da trasformare e con il quale interagire.
Con Manuela Corti sembra di entrare e curiosare sul set di un film giallo. Azione! L'attore giace a terra, colpito forse da un proiettile mortale. La birra è immobile nel bicchiere ed il sangue ha già formato una piccola pozza.
L'intervento di Elisabeth Fischer è piuttosto criptico. La scritta rosso sangue "Pistol Shot" sembra volersi impossessare dello schermo e lo sguardo circospetto del Capo si trasforma in un atto di omertà. Qualcuno conosce qualcosa ma non può dirlo.
Lenara Verle crea una vera e propria maschera dell'orrore. L'immagine di un volto, fatto di "pixel giganti", emerge da uno sfondo nero, tenebroso ed invade completamente il monitor.
Segno di una morte (quella del capo) annunciata?

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View on PASSAGE 16
di Daniele Perra

Lo sfinimento causato da una morte preposta, alla perdita d'orientamento.

Robin Benson ha creato un'immagine in bianco e nero dalla grafica sensuale e morbida che così suddivisa sembra una sorta di mappa cliccabile. In realtà l'immagine nasconde un unico link che dà, attraverso la consueta casella di posta elettronica, la possibilità di inviare un messaggio direttamente all'artista. Generalmente nel WWW il link per poter inviare messaggi è piuttosto riconoscibile, grazie ad icone convenzionali, all'indirizzo di mail cliccabile con tanto di @ o nascosto dietro ad una comune richiesta di informazioni o commenti personali. L'artista trasforma insolitamente un link di servizio in un'immagine o forse adotta il procedimento inverso, stimolando ad ogni modo il fruitore in un contatto dinamico ed immediato.
Angelo Cacciola Donati, più che un'immagine, realizza uno sfondo-immagine. Il testo si perde in stridenti (sia dal punto di vista del colore che formale) contaminazioni visive. Le immagini si sovrappongono e si annullano contemporaneamente senza un apparente ordine gerarchico.
Il lavoro di Manuela Corti ruota attorno alla parola "PROCLAMATION". Ogni singola lettera forma percorsi inaspettati. Il fruitore, in base alla propria interazione, decide individualmente la successione e la sequenza delle varie lettere. Una serie di "segnali di attenzione" sotto forma di brevi suoni, facilita il cammino virtuale del fruitore che ogni volta crea percorsi di lettura diversi ed originali. Un lavoro intrigante che necessita la completa partecipazione del fruitore.
Seppo K. Niranen indaga l'aspetto propriamente gestuale nella trasmissione di un messaggio. Egli rappresenta una sorta di personale interpretazione dei modi diversi di usare il corpo, in particolare le mani, in una ipotetica comunicazione verbale.
"IT" sta per Italiano
"ENG" sta per inglese
"FIN" sta per Finlandese.
Il ritmo del movimento delle mani sembra variare in base all'area di appartenenza linguistica. Le mani si muovono lentamente, rallentate, quando si raggiunge con il cursore la zona FIN, aumentano il ritmo nell'area ENG fino ad un movimento ossessivo, quasi ipnotico nella parte in alto rappresentata da IT. Le tre sigle nascondono inoltre il testo in italiano, inglese e finlandese interpretato visivamente. A cambiare oltre al colore del testo è anche la posizione delle frasi. La maniera di collocare visivamente il testo si modifica in base alla lingua utilizzata.
L'intervento di Seppo è estremamente coinvolgente e suscita senza dubbio numerose riflessioni. Egli mette in luce magistralmente nella traduzione di un testo in più lingue, tutti quegli elementi propri di culture e realtà diverse. Il suo intervento è autonomo, ricco e sorprendentemente singolare.

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View on PASSAGE 17
di Daniele Perra

Chiunque tenti di svelare la trama/non trama intricata del romanzo è perduto! Riuscirà l'assassino con la sua magnum calibro 50 ad uccidere il capo?

Bruce Powell colloca i suoi "attori virtuali" in un tunnel buio, a metà tra un passaggio sotterraneo della metropolitana e una galleria ferroviaria. Si sentono in lontananza alcuni passi. L'atmosfera che Bruce riesce a creare attraverso il sonoro è piuttosto inquietante. Un uomo trasformato in un "gif animato" spara alcuni colpi, mentre il rumore dei passi diventa sempre più ossessivo.
L'intervento di Silvana Boone è di natura concettuale. Dopo aver evidenziato alcune parole del brano, colorandole di rosso, le utilizza come pattern formale per creare un'immagine. Si tratta di una sorta di tabella forata al centro (da un colpo di pistola?) dove le parole si ripetono incessantemente. Silvana crea un percorso di lettura alternativo, attraverso un'interazione di tipo ipertestuale, che termina in una citazione di Italo Calvino.
Manuela Corti realizza una sequenza quasi di origine fumettistica. Il suono indica gli stati d'animo di una dolce margherita che sovrastata dal volto di un uomo, così ravvicinato tanto da sembrare deformato, viene terrorizzata dalla canna imponente di una pistola. La semplicità delle immagini presentate è forse funzionale all'apporto di vari suoni che determinano e stravolgono in pochi istanti lo svolgersi degli eventi.
L'intervento di Satoshi Sakanoshita è del tutto cerebrale. Egli mette in scena la genesi di un omicidio. La pistola si trasforma in un'apparecchiatura mortale sofisticata che visualizza a distanza la vittima, la inquadra, la mette a fuoco. Con lucidità Satoshi riesce a rendere visivamente, attraverso una grande immagine, l'inconsapevolezza ingenua della vittima e la programmata e spietata consapevolezza dell'assassino, senza naturalmente alcun spargimento di sangue.

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View on PASSAGE 18
di Daniele Perra

Siamo di nuovo in presenza del treno, di Relena e di una rivoltella, elementi ricorrenti ed ossessivi nella mente dell'autore del romanzo.

Eddie Tapp concentra l'attenzione nella prima parte del brano realizzando un breve filmato dove colloca i vari elementi. Alle immagini in sequenza di una donna misteriosa (Relena?), un treno che sbuffa ed una pistola minacciosa si sovrappone una serie di suoni, utili in questo caso ad aumentare la suspense che a tratti invade le pagine del romanzo.
Manuela Corti e Boris Jerenec sembrano condividere lo stesso interesse verso "i resti di alcuni pasti espresso (non ancora attaccati dalle formiche mendicanti, perché stomachevoli all'olfatto) e un'equipe di cacche umane".
Boris Jerenec associa liberamente al pasto veloce la merda umana, manifestando non troppo velatamente il rigetto verso un'alimentazione "confezionata e malsana" mentre Manuela Corti realizza un'immagine cruda ed emblematica allo stesso tempo. Alcune formiche (giganti) vigilano e sovrastano i resti abbandonati di un tipico pasto veloce, incuranti del cattivo odore emesso.
L'ossessione dell'autore per il treno e per il ricorrente colpo di rivoltella sembra aver contagiato anche Denis-Jose François che in un'atmosfera surreale trasforma il treno in una sorta di gigante e minaccioso proiettile-missile.

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View on PASSAGE 19
di Daniele Perra

La miseria, nel Proclama del Pontefice Rosso di Climax alla nazione, assume sembianze diverse.

Manuela Corti mette in vetrina l'immagine di una donna che sembra attendere silenziosa il prossimo cliente. Il volto della figura contrasta con il corpo invecchiato, consumato. La musica di derivazione circense aumenta il senso dell'attesa e dello squallore.
Brian Brascher presenta una sorta di mappa fatta di frecce allineate, interrotte ad un certo punto dall'immagine di una mosca (allegoria della miseria). Non si tratta di un'immagine da osservare ma da percorrere. Il punto di partenza è proprio l'immagine della mosca che, cliccata ripetutamente trasforma le bianche e candide frecce in tante mosche nere .
Paulus Trisnadi sembra dar vita ad una comunità di micro particelle nere in movimento. Quei piccoli organismi si muovono leggeri e cambiano il loro colore fino a rimanere gradualmente immobili, privi di vita.
Chris Engel contrappone il potere alla miseria. L'immagine notturna di una città come New York (Manhattan?) dalle mille luci rappresenta l'emblema del potere economico ma allo stesso tempo della povertà estrema. Una fantomatica banconota immortala i volti di vari potenti. Egli alterna il testo ad una serie di immagini, accompagnando alla visione un suono, dando al fruitore il "potere" di interromperlo.

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View on PASSAGE 20
di Daniele Perra

L'autorevole "Zeitung der Zeit verschwendung" pubblica un'edizione notturna sulla vita di alcuni sobillatori. Criminali, ostili presenze che macchiano le pagine della cronaca quotidiana.

Manuela Corti "sbatte" in prima pagina una personale fenomenologia dei sobillatori posti nell'oscurità di un'edizione notturna, nel vero senso della parola. La pagina del giornale diventa una interfaccia cliccabile per far luce, attraverso l'interazione, sui vari fatti di cronaca dove l'immagine diventa predominante rispetto al testo. Geniale ricostruzione di eventi e personaggi nascosti che una volta svelati ottengono improvvisamente una scomoda notorietà.
Joop Greypink presenta alcune immagini tratte da un archivio criminale di polizia. Attraverso uno Script Java è possibile sovrappore i volti creando un vero e proprio identikit. Dalla somma delle varie immagini scaturisce il volto di un presunto pericoloso sobillatore.
Elisabeth Fischer sembra voler unificare le diverse tipologie dei cosiddetti sobillatori nella specie animale. Come in un ipnotico led luminoso metropolitano la scritta "animali" scorre orizzontalmente ed ossessivamente fino a monopolizzare il nostro campo visivo.
Seppo K. Niranen crea un divertente gioco di sovrapposizioni. Alcune frasi colorate e in più lingue sovrastano ciclicamente le immagini di due corpi (eccitanti) in negativo. Attraverso varie dissolvenze il testo diventa parte integrante dei corpi. Al significato del testo si aggiunge così la sua potenzialità rappresentativa.

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View on PASSAGE 21
di Daniele Perra

Un articolo sul "Giornale dell'ottavo giorno" s'interroga sull'utilità dell'esercito nelle situazioni d'emergenza.

Manuela Corti mette i soldati in trincea, pronti per combattere il temuto nemico che risiede al di qua del monitor. Basta semplicemente cliccare su ogni soldato per realizzare una vera e propria carneficina virtuale. Soltanto un soldato ottimista e forse unico patriota godrà delle gioie della vittoria o delle delusioni di una probabile sconfitta.
Robin Benson sembra riproporre il motto "make love not war". Un prato rigoglioso dove alcune api si nutrono del succo vitale di fiori colorati è l'unica "arma" per combattere il potere nelle mani di pochi. Non a caso l'artista imprime sull'immagine la scritta "The masses by the few".
Silvana Boone, attraverso ripetute esplosioni quasi di natura atomica, che sprigionano una luminosità intensa, distrugge letteralmente l'icona di un soldato. Un intero esercito sterminato dove è persino difficile distinguere le vittime dai carnefici.
Boris Jerenec presenta un lavoro che ha tutta l'aria di avere molte cose in comune con un vero e proprio videogame. Una volta individuato un preciso obiettivo, avvertito da un segnale sonoro, non ci resta che premere un pulsante (in questo caso è necessario un fugace colpo di mouse) per distruggere in pochi attimi migliaia di individui e radere al suolo intere città. Niente paura se non si dovesse subito centrare l'obiettivo. Si può sempre ritentare.

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View on PASSAGE 22
di Daniele Perra

Siamo giunti ad un nuovo Proclama del Pontefice Rosso di Climax alla nazione. A quanto pare in balia di un virus contagioso che si nasconde nelle lettere, nell'inchiostro, nei fogli, nella trasmissione della conoscenza dunque?

Manuela Corti, attraverso l'uso di QTVR Panorama, realizza un ambiente artificiale, una sorta di città fantastica fatta di parole, interamente percorribile. Inoltre in una piccola finestra è possibile "accompagnare" manualmente le sequenze di un movie in quick-time. Un'innocua prova di tiro al bersaglio dove gli oggetti da colpire-perforare sono dei fogli di carta, si trasforma in un maniacale gioco auto-distruttivo.
Denis François José trascrive a mano il Proclama del Pontefice su di un comune foglio di carta dove alcune parole sembrano subire l'effetto contagioso del virus che le rende illeggibili.
Satoshi Sakanoshita realizza un'immagine molto suggestiva; La figura del Pontefice, fatta di pochi tratti essenziali che sembrano trafiggere nettamente la superficie, si trasforma paradossalmente in una presenza demoniaca dal volto deformato ed inquietante.
Schwann ricrea liberamente attraverso alcune immagini un'altra storia. Egli delinea visioni fantascientifiche, apocalittiche dove "replicanti" dagli occhi luminosi sono testimoni di una potenziale ed imminente distruzione dell'universo. Le immagini vagano nello spazio in cerca di nuove galassie non ancora contaminate da virus mortali.

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View on PASSAGE 23
di Daniele Perra

L'immagine fatta di numerosi frammenti presente nella home- page che si arricchiva di passaggio in passaggio, rivela finalmente il nome dell'autore ed il titolo del romanzo. Manuela Corti ha trasformato la copertina del volume in una sorta di dinamica mappa cliccabile.

Siamo giunti al termine del progetto. Il treno scorre veloce e riappare improvvisamente la fiala misteriosa.

Manuela Corti realizza un movie dove un uomo solitario dall'ombra imponente si trasforma nel simbolo del potere. Un potere che diminuisce con il passare delle ore. Il sole si trasforma in fiala e l'uomo potente (il Pontefice?) diventa un piccolo cane indifeso e impaurito che abbaia in una landa desolata.
Brian Brasher concentra l'attenzione sulla morbosità del collezionare. Egli raccoglie meticolosamente in alcune cartelle una serie di oggetti. Piccole manie di un "potente" collezionista.
Bruce Powell attira la nostra attenzione con il rumore di un treno che "fila" veloce. Egli crea un lavoro di natura ipertestuale dove è possibile fare una breve sosta nella toilette del treno, accendendo prima la luce, oppure scoprire, cliccando sull'immagine di una chiave, dove è conservata la fiala misteriosa, profumo soave in grado però di distruggere il mondo intero.
Eddie Tapp presenta un'immagine piuttosto enigmatica. Ciò che colpisce maggiormente è il testo scolpito sulla pavimentazione di un luogo di passaggio (l'uscita di una stazione ferroviaria?) dove la gente lascia le proprie tracce. Un testo indelebile destinato a durare nel tempo.

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